Innalzamento dei mari? Abbiamo solo più 10 anni per evitare il disastro

Il livello medio del mare solo tra il 2013 e il 2021 è aumentato di circa 4,5 millimetri all’anno, e questo incremento è in accelerazione, anche nel Mediterraneo.

Questi i dati enunciati da Nadia Pinardi, docente di Oceanografia all’università di Bologna e co-presidente della nuova piattaforma interattiva Knowledge Hub on the Sea Level e del Comitato strategico del CMCC (Fondazione Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici) e riportati da Repubblica.

La minaccia più grave derivante dai cambiamenti climatici, a parere della scienza, incomberebbe proprio sulle città costiere: se infatti è vero che entro il 2100 il livello del Mediterraneo potrebbe aumentare fino a 100 centimetri, il rischio concreto è quello di perdere più di 38 mila chilometri quadrati di costa.

L’erosione degli habitat costieri si porta come conseguenza l’allargamento di zone umide, la contaminazione delle falde acquifere e terreni agricoli coperti di salsedine, con danni ingenti pertanto anche per l’agricoltura.

I tempi di azione sono molto stretti: se non prendiamo decisioni entro dieci anni, aumenteranno ancora i rischi di inondazioni costiere, erosione e salinizzazione, rischiando di compromettere irreparabilmente il futuro delle nuove generazioni.

La soluzione? Stabilire finalmente l’incontro tra scienza e politica sul tema dell’innalzamento del mare e degli impatti che avrà sulle coste di tutta Europa, partendo dalla condivisione dei dati non solo a livello globale ma soprattutto locale, dove l’impatto sarà chiaramente maggiore.  

Sul tema, molti paesi continuano ad avere ampie lacune di conoscenza, altri invece sono più consapevoli: molte città costiere stanno già pianificando misure per affrontare le prospettive a lungo termine di un più alto livello dei mari, spesso con costi notevoli, attraverso la realizzazione di dighe e infrastrutture.

L’altro lato della medaglia vede invece paesi ancora molto indietro su questi temi, dove la pianificazione dell’uso del territorio non sembra prendere in considerazione la possibilità di marcati aumenti del livello del mare.

Non è dunque più possibile continuare in questa visione miope delle cose: la Conferenza di Venezia è stato il punto di arrivo di una serie di incontri già avvenuti negli ultimi anni tra scienziati, gestori delle coste e decisori politici e la creazione di una piattaforma interattiva, Knowledge Hub, che mette in connessione diretta scienziati che lavorano sull’innalzamento del livello del mare in Europa e portatori di interessi locali, è importante per portare le informazioni sui territori. La fase successiva consisterà nel raggruppare i risultati e i dati emersi dall’incontro e presentarli in un report di valutazione sui diversi livelli di rischio legati all’innalzamento del livello del mare sulle coste europee: un documento importante su cui si lavorerà e che includerà linee guida ed esempi di impatti osservati e previsti.

Sperando che tali indagini non soltanto portino maggior consapevolezza tra gli amministratori locali ma anche una maggior diffusione della problematica nell’opinione pubblica.

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